Cura e dedizione...
realizziamo i nostri vini cercando di coglierne l'anima profonda. Vogliamo esaltare le qualità della terra e delle sue uve, unendo passione e professionalità.

I nostri vigneti e il territorio

Posti a 310 mt s.l.m., hanno a vista il Lago Trasimeno (mt 250 s.l.m.), che fa da volano termico e genera il microclima ottimale per le maturazioni prolungate, necessarie a sintetizzare gli aromi primari tipici del vitigno.

Strutturati a rettangolo, da Est a Ovest sono baciati dal sole dall’alba al tramonto, mentre da Nord a Sud raccolgono i profumi di boschi centenari.

Il sesto d'impianto misura mt 2,30 x 0,80; l'allevamento delle viti è impostato a Cordone speronato.

Terreno: medio impasto, limoso-sabbioso, particolarmente vocato per i vigneti a bacca rossa.

Territorio: collinare, con giacitura dolce e microclima lacustre.

Cenni storico - culturali

La Toscana è patria di importanti vini a bacca rossa: struttura dei terreni, influssi marini, di lago e fluviali, ne favoriscono l’equilibrio climatico, rendendolo adatto alla lenta maturazione della vite, che ha modo di acquisire profumi, antociani, tannini e zuccheri di altissima qualità.

E’ quanto già poteva riscontrarsi nel più lontano passato;

preistorico: come documenta il rinvenimento in Montevarchi (Arezzo), presso una cava di lignite, di reperti fossili di tralci di vite (Vitis Vinifera) risalenti a due milioni di anni fa;

storico: è stata rinvenuta nel 1992, a Cortona (Arezzo), una tavola di rame (Tabula Cortonensis) collocabile in un tempo a cavallo dei sec. II e I a.C., sulla quale sono incisi, in tardo Etrusco, i termini di un atto intercorso tra due abitanti del luogo per la compravendita di un vigneto.

La coltivazione naturale

La concimazione avviene naturalmente mediante l'uso del sovescio, con semina a filari alterni di colture erbacee annuali: leguminose (favino e veccia), brassicacee (senape e ravano) e graminacee (avena e orzo).

Il sovescio, aumentando la quantità di sostanza organica del suolo, migliora la struttura del terreno, favorendo la vite nella fase d’assorbimento degli elementi nutritivi necessari alla propria crescita.

I trattamenti contro i principali funghi parassiti sono eseguiti con estratto di ABIES SIBERICA (abete siberiano) che, aderendo alla vegetazione, permette di eliminare quasi del tutto il rame.

Interventi agronomici: meno quantità + qualità. I grappoli sono diradati in vigna in maniera da trarne una produzione massima di qli 70 per Ettaro. Subito dopo la fioritura, eseguita la defogliazione, sono poi esposti all’aria e al sole: la brezza li penetra e li asciuga, evitando lo sviluppo di muffe.

Una pennellata di colore insolita nei nostri vigneti

Siamo felici di rendere partecipi i nostri amici winelovers che i cloni del Syrah e del Merlot – da noi reimpiantati – sono stati classificati come Syrah Noir e Merlot Noir dal Ministero dell’Agricoltura Francese. Tra le principali caratteristiche delle varietà di Syrah piantate nei nostri terreni, sono note la limitata capacità produttiva ed un consistente accumulo di antociani sia nell’uva che nelle foglie. (Sic!).

Proprio per questo motivo, quest’anno è stato meraviglioso prendere atto che in autunno le foglie cadenti del Syrah non ingialliscono, ma assumono un colore rosso vivo, regalando una pennellata di colore insolita per le nostre colline.

Aspettiamo quindi, trepidanti, la vendemmia del prossimo anno per veder riversato nei grappoli maturi questo fiume di colore che caratterizzerà i nostri vini.

Il Syrah

Allobrogo è l’antico nome del Syrah, la cui coltivazione - praticata in Europa già in età romana, e diventata in seguito più estesa con i Benedettini - è oggi accolta nel territorio di Cortona.

I Romani, dopo aver soggiogato sul finire del II secolo a.c. i Galli Allobrogi, portarono la vite nella Gallia meridionale ormai occupata e ve la impiantarono, ricavandone alimento cordiale per le truppe d’occupazione, che vi stanziavano lunghi anni.

In seguito, con il diritto di cittadinanza, fu concesso agli indigeni anche quello di autonoma coltivazione. Gli Allobrogi impiantarono allora il Syrah, al quale conferirono il nome della loro tribù. Fu la volta poi del Cabernet, chiamato Cinerea.

Oggi viene coltivato, nella Cȏtes du Rhȏne settentrionale, un ottimo Syrah Noir, frutto, secondo le analisi genetiche pubblicate dal competente Ministero francese, di un incrocio tra la Mondeuse bianca B e la Dureza N. Affascinati dalle caratteristiche tipiche del vitigno, abbiamo impiantato 4 ettari di Syrah nero sulla collina antistante Cortona, con un risultati eccellenti.

Il vino da uve sane e mature

Doppia selezione

Durante il periodo della maturazione, le uve vengono sottoposte settimanalmente ad analisi chimica e degustazione: occorre determinare il momento migliore per la vendemmia. Alla raccolta, si esegue in vigna una selezione dei grappoli, e solo quelli uniformemente maturi e sani sono posti nelle ceste. Le uve vengono in seguito diraspate in cantina e, prima della pigiatura, passate sul tavolo di cernita, dove mani esperte fanno sì che in fermentazione arrivino solo gli acini perfetti.

Dopo una soffice pigiatura, gli acini sono introdotti in vasca di vinificazione, dove le uve vengono protette dall'ossidazione tramite addizione di ghiaccio secco in forma solida. In questo modo, la loro temperatura viene immediatamente abbattuta, e successivamente, in vasca di vinificazione, controllata dall'impianto di raffreddamento. Si tratta di un processo utile alla produzione di vini più fruttati ed equilibrati, poiché regola l’estrazione delle sostanze nobili dalle bucce, aiutando la fermentazione. La durata della fermentazione e della macerazione delle uve è poi variabile, a seconda dell'annata di produzione, del vitigno e della tipologia di vino da produrre.

Dopo la svinatura, i vini vengono travasati, messi a pulito, e microssigenati per un breve periodo, in modo da favorirne pulizia olfattiva e stabilità del colore. Nel periodo che precede la messa in legno, avviene poi la fermentazione malolattica, che rende il vino più gradevole e rotondo, proprio in forza della disacidificazione naturale.

Tempi di maturazione ed affinamento

Di solito, i vini trascorrono un anno della loro vita in acciaio inox, per essere trasferiti 16/18 mesi in legno di Rovere Francese, a media tostatura, in botti da 10 e 25 hl. La scelta di usare botti di dimensioni più grandi, rispetto alle barriques, nasce dal preciso intento di privilegiare gli aromi primari dell’uva, anziché quelli del legno.

Segue, in ultimo, un affinamento di 6 mesi, in bottiglie coricate. I vini da invecchiamento D.O.P., compiuto il percorso di maturazione, vengono messi in commercio al quarto anno, mentre quelli I.G.T., di pronta beva, per i quali non è richiesta maturazione in legno, al secondo anno.